mercoledì 25 maggio 2016

Regimental, le righe che fanno l’uomo elegante

Tutto ebbe origine il 4 luglio 1845 a Londra presso il Blenheim Hotel in Bond Street, durante il pranzo tenuto dopo il match annuale di cricket sostenuto dalla squadra della Harrow School contro quella di Eton; pranzo al quale parteciparono quattro studenti di Cambridge, che decisero di dar vita a un club che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto promuovere lo spirito del cricket amatoriale.
Il club, che ebbe il nome I Zingari e che non ebbe mai un campo di gioco proprio divenne ben presto il più forte del XIX secolo.
I colori scelti per il nuovo club, che apparvero subito sul caratteristico berrettino usato dai giocatori – una specie di zucchetto dotato di una piccola visiera – furono il nero, il rosso e l’oro, che simboleggiavano il motto adottato dal club «Out of darkness, through fire, into light» ovvero «Fuori dalle tenebre, attraverso il fuoco, nella luce».
Pian piano questi colori furono adottati anche per il blazer e per il nastro che avvolgeva il classico boater – la nostra cara vecchia “paglietta” – indossati dai membri del club durante gli incontri e costituirono così il primo esempio in assoluto di quelle che sarebbero in seguito divenute le School Ties, a loro volta genitrici delle cravatte regimental.
Siamo così giunti al 1880, anno in cui apparve quasi per caso la prima School Tie, la cravatta scolastica: i membri del club di regate dell’Exeter College di Oxford tolsero infatti il nastro rosso e nero, i colori del college, che ornava il boater e lo annodarono al collo a mo’ di cravatta lunga. Quando tutti gli studenti del college indossarono questa cravatta, i cui colori sono ancora oggi gli stessi, nacque la moderna cravatta scolastica e da quel momento vi fu un fiorire di cravatte scolastiche, di club e di squadre di atletica tanto che alcune scuole ne adottarono addirittura diverse per i gradi e le specializzazioni degli alunni e per i laureati.
Questo tipo di cravatta riscosse man mano un enorme successo tra gli appartenenti della middle-class vittoriana cosicché in breve tempo non vi fu associazione civile o sportiva o club di gentiluomini che non ebbe la propria cravatta con i colori sociali.
L’esercito britannico non fu ovviamente da meno, differenziando i vari reggimenti ne soppresse il colore distintivo che ognuno di essi portava con orgoglio da secoli sul colletto e sulle manopole della giubba, sostituendoli con soli tre colori che ne indicavano ora l’origine territoriale: il bianco per i reparti inglesi e gallesi, il giallo per i reparti scozzesi e il verde per i reparti irlandesi, ai quali si aggiunse il blu per le Guardie e per i reggimenti Reali, quelli per intenderci il cui nome era preceduto dai titoli Royal, King’s, Queen’s o Prince of Wales’s Own. Nacquero finalmente quelle che noi conosciamo col nome di Regimental Ties, sulle quali trovarono posto il colore di fondo dell’uniforme, quello delle mostreggiature, quello dei bottoni o di altri riferimenti alle tradizioni reggimentali, conquistati in tre secoli di guerre sui campi di battaglia di tutto il mondo.
Tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale la cravatta regimental assunse un tale potere e prestigio da far dire a Bruce Boyer, storico americano della moda, che quella fu un’epoca in cui, in Inghilterra, incontrando qualcuno «non gli si doveva stringere la mano prima di aver verificato i colori della sua cravatta».
In realtà tale prestigio è sopravvissuto fino a oggi – anche se da qualche decennio, per poterle acquistare, non occorre più esibire le prove di appartenenza a quel tale reggimento come avveniva in passato – e quindi nel visitare le isole britanniche, per evitare imbarazzanti situazioni, non è consigliabile indossare i colori e le strisce di una organizzazione alla quale non si appartiene: nonostante il loro proverbiale humour, gli inglesi non scherzano affatto sulle proprie tradizioni.
A rafforzare l’attenzione riservata alle regimental, se ancora ce ne fosse bisogno, concorre il Principe del Galles, icona dell’eleganza maschile, che indossa abitualmente, a rotazione, le cravatte dei tanti reggimenti ai quali appartiene. Come abbiamo avuto modo di sottolineare oggi la vendita delle cravatte regimental è stata “liberalizzata” e chiunque ne può acquistare una direttamente in Inghilterra oppure in rete rivolgendosi ai numerosi siti che le vendono: le uniche rimaste inaccessibili sono quelle appartenenti ai Clubs privati, soprattutto quelli londinesi, riservate esclusivamente ai soci.
              
   

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