martedì 19 aprile 2011

I giovani ed il futuro dubbio

Oggi i giovani non vedono futuro, non hanno sbocchi, perchè è l'intero paese che non ne ha o ne ha pochissimi dopo oltre 20 anni di crescita pressochè nulla. Non è cresciuto adeguatamente il famoso Pil, ma soprattutto non sono cresciute abbastanza innovazione, infrastrutture, formazione, ...e chi più ne ha più ne metta. Siamo fermi a 20, forse 30 anni fa, mentre il mondo nel frattempo ha camminato intorno a noi, a volte ha addirittura corso. In tutto questo i giovani sono ulteriormente svantaggiati perchè sono l'anello più debole di un sistema immobile nel quale faticano ad entrare. Chi può permetterselo ed è in gamba va all'estero, questo sì, ma il problema è un altro: se non possiamo negare che i migliori vadano all'estero, non dobbiamo nemmeno tralasciare che lo fanno quasi nelle stesse proporzioni degli altri giovani europei, solo che noi in Italia non sappiamo attirare gli stranieri e quindi il saldo tra giovani che escono e che entrano nel nostro paese è negativo. E, aggiungo, il dato peggiora considerando che i nostri talentuosi espatriati difficilmente tornano. Quindi, piuttosto che preoccuparci dei giovani dotati che letteralmente volano via, cosa che in un economia globale è normale, dovremmo preoccuparci del ben poco appeal che l'Italia ha nei confronti dei giovani stranieri e dei nostri in fase di rientro, un capitale umano di cui avremmo tanto bisogno.

Cosa fare? Semplice: dobbiamo cambiare il paese, la nostra mentalità; si dovrebbe cominciare dalle piccole cose, per esempio responsabilizzazione e meritocrazia. Cominciamo a far dialogare il mondo della scuola/formazione con la società civile, le aziende e l'economia; colmiamo quello scollamento e quell'incomunicabilità tra questi ambiti, perchè solo così giovani e meno giovani avranno un futuro!

lunedì 11 aprile 2011

Liberi di essere...

Una bella sensazione: viaggiare in auto, con la musica ad alto volume, su strade che sembrano dirigersi verso un tramonto, in calde giornate, costeggiando spiagge soleggiate, bagnate da un mare ora calmo, ora impetuoso, o sotto la pioggia battente, a girare per le vie della città, con la mente che vaga da sola, assorta nei suoi pensieri, sensazioni difficili anche da spiegare, mentre tutto ciò che la circonda è solo una cornice di cose da contemplare per cercare di carpire, da ognuna di esse, l'essenza bella, di cose passate o fittizie, che ti fanno stare bene.
Sembrano belle scene di films americani, sulle strade di Los Angeles, di Miami, di New York, in cui la musica non è altro che la colonna sonora di una scena muta.
Ci sono momenti in cui essere da soli ed isolarsi fa stare bene e fa sentire la bellezza di essere liberi da ogni cosa, liberi di poter dire, fare, pensare...
Un bel concetto da approfondire, la libertà. Una cosa di cui ognuno di noi sente il bisogno, e che si apprezza sempre di più con l'aumentare delle esperienze viste e vissute giorno dopo giorno nelle nostre ed altrui esistenze.
Non sono discorsi filosofici, ma pensieri comuni che spesso passano inconsciamente nella mente di tante persone, ma che ogni tanto fanno soffermare a riflettere molti dei tanti.