sabato 11 giugno 2011

"La corsa dell'ultima estate" di Saverio Pazzano

E' con estremo piacere partecipare anche sul mio blog tutti i lettori della presentazione di questo meraviglioso libro. L'evento si svolgerà Lunedì 13 Giugno alle ore 19.00 alla libreria "Culture" di Reggio Calabria.



Qui si racconta un'estate che corre, alla velocità di un ragazzo che vuole diventare adulto. Per un errore al binario un uomo arriva da Napoli a Reggio Calabria, nei primi anni Cinquanta del secolo scorso. Nonno e nipote si tramandano l'eredità di questa confusione, una memoria antica e misteriosa che promette un buon futuro. In mezzo la saggezza dei pescatori, l'urgenza dell'amore, occhi che incantano, la chiamata della vita in un'età di costruzione.
E' una sfida faticosa diventare grandi, un'ostinata prova di libertà, uno sforzo nobile: occorre scegliere chi essere. E dove vivere.

Il secondo tempo

Molti si chiederanno "perche' un nuovo blog?": beh, e' una domanda che mi sono posto anch'io quando ho pensato per la prima volta di costruirlo. Ne ho gia' fatti tre, con interessi ed argomenti diversi, in altri periodi della mia vita, non molto lontani ma con prospettive di vista diverse da oggi, erano pensieri in costruzione, messaggi rivolti ad altri obiettivi, con altro tipo di finalita'. Si scriveva di emozioni rampanti, di obiettivi da raggiungere, di soddisfazioni personali o professionali. Non voglio apparire come colui che ha raggiunto la propria maturita', credo che nella vita non si finisce mai di imparare, sicuramente alla soglia dei 40 anni, sento di intraprendere un nuovo periodo temporale della mia vita: come lo definirebbe qualcuno, un secondo tempo. E' con questa consapevolezza che ho intrapreso questa iniziativa, convinto di avere nuovi argomenti da trattare o gli stessi di un tempo ma con un punto di vista e riflessione diversi.

venerdì 10 giugno 2011

Un viaggio nel viaggio

L'esperienza del viaggio è qualcosa che sta tra la vita quotidiana, il nostro passato, e un desiderio di futuro che può contenere tante cose: speranze, intenti, aspettative, ma anche ricongiungimento con quell'Uno primordiale che abbiamo perduto. Il viaggio è un divenire fra la contingenza dell'oggi, il tempo mitico delle storie di ieri e l'epica del ritorno.
Il vero scopo di un viaggio dovrebbe essere sempre quello di cogliere lati nuovi e sorprendenti del mondo. Abituarsi ad essere liberi, acquisire l'elasticità mentale per analizzare poi meglio le situazioni e gli accadimenti quotidiani. Significa sporcarsi con il fango della vita, ma anche conquistare un pò del costrutto divino che ci offre l'inconosciuto.
Ogni tragitto, però, per essere davvero compiuto, deve contemplare anche un ritorno. Il ritorno è un desiderio di responsabilità, ma contiene anche quel sentimento pieno di inganno che è la nostalgia: illudersi di trovare al rientro le cose intatte. Per questo il ritorno può dirsi compiuto solo quando è stato sublimato e metabolizzato ciò che abbiamo incontrato di nuovo.