domenica 21 maggio 2017

Non fare la fine del rospo!!!

Se prendi un rospo, lo metti dentro una pentola con l'acqua e lo porti sul fuoco, osserverai una cosa interessante: il rospo si adatta alla temperatura dell'acqua e rimane la dentro e continua ad adattarsi all'aumento di temperatura, però quando l'acqua arriva al punto di bollire il rospo vorrebbe saltare fuori dalla pentola ma non riuscirebbe perché è troppo stanco a causa degli sforzi che ha fatto per adattarsi alla temperatura. Alcuni direbbero che ciò che ha ucciso il rospo è stata l'acqua bollente ... ciò che ha ucciso il rospo invece è stata la sua incapacità di decidere quando saltare fuori.

Perciò smettila di adattarti alle persone sbagliate, rapporti abusivi, amici parassiti e tante altre situazioni che ti "scaldano". Se continui ad adattarti purtroppo corri il rischio di "morire" dentro. Salta fuori finché sei in tempo. (CIT.)

Mantieni i tuoi pensieri positivi (Gandhi)

 
              
                 

giovedì 4 maggio 2017

Un'Italia che affonda

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una brusca inversione di tendenza rispetto agli ultimi decenni del Ventesimo Secolo che avevano visto un progresso e soprattutto un benessere che aveva coinvolto buona parte dei ceti sociali, in particolare quello della classe media italiana, composta da impiegati, manager, tecnici, ricercatori, piccoli imprenditori, liberi professionisti, professori, ecc…Oggi purtroppo questa grossa fetta di popolazione si trova giorno dopo giorno in grosse difficoltà: continua a subìre una continua perdita del potere d’acquisto, oltre alla perdita del lavoro, ad una flessione dei fatturati delle proprie attività imprenditoriali, o nella maggior parte dei casi alla chiusura dell’attività. Le cause principali di una simile realtà sono la depressione economica mondiale con conseguente crollo del potere d'acquisto e l’elevato carico fiscale accompagnato allo stesso tempo da un bassissimo livello dei servizi sociali. Perdere il lavoro, in un mercato come quello italiano, rappresenta nella maggioranza dei casi, in special modo al Sud, un autentico dramma, per le difficoltà di ritrovare una nuova occupazione, in molti casi, con minori tutele e con uno stipendio più basso. In questo contesto, purtroppo, il riconoscimento del merito, nello specifico delle reali capacità di un individuo di svolgere un lavoro, con impegno e con professionalità, rappresenta un criterio tenuto in considerazione solo in una minoranza di piccole, medie e grandi aziende, ben gestite, da veri imprenditori e dirigenti d’azienda. I manager, continuano ad essere i lavoratori tra i più penalizzati, in quanto, perdere la posizione di responsabile aziendale, in particolare per soggetti a volte già cinquantenni, in pratica, significa restare senza lavoro per mesi o anni, o di ‘accontentarsi’ di qualche giornata, o settimana, di lavoro come co.co.pro., con limitate tutele, con retribuzioni vergognose, indegne di un Paese civile e democratico.

Ed a tutto questo bisogna aggiungere poi che la classe politica o, come li definisco io, i politicanti da quattro soldi, la vera feccia della nostra società come dimostrano le molte indagini, continuano a saccheggiare le casse dello Stato italiano, il denaro dei cittadini italiani, per importi di decine di miliardi di euro ogni anno! Povera Italia!!!