domenica 20 novembre 2011

Non si è grandi perchè ci si crede superiore agli altri...

Nell’ultimo periodo mi sono ritrovato dinanzi a tante situazioni, anche delicate, ed a doverle trattare con la dovuta attenzione, nei tempi e nei modi più corretti, risolvendole totalmente o in parte, alcune positivamente, altre negativamente, alcune con soddisfazione, altre con rammarico. Tutte mi hanno fatto riflettere molto, una che mi è rimasta impressa si è conclusa con una battuta gratificante di una persona a me vicina che mi disse ”sei un grande!”.
Mi sono soffermato molto su questa frase e sul concetto di grandezza soprattutto in relazione ai vari eventi ed alle varie vicessitudini recentemente vissute.
A tal proposito, vorrei ricordare, a me stesso per primo e poi a tutti coloro che sognano di essere grandi, che non ci si deve credere grandi per aver raggiunto chissà quale eccellente risultato in qualunque cosa ci si è coinvolti, ma sono coloro che ci circondano, che apprezzano o criticano il nostro operato, i soli accreditati a riconoscerci come tali, e questo basandosi principalmente sulle nostre qualità, sul lavoro, l'umiltà, la tolleranza ed il senso di dovere che ci contraddistinguono singolarmente.
Si è grandi non perché si sia superiori agli altri, ma perché si è in grado di aiutarli, guidarli, volergli bene e stargli vicino.
Si è grandi se sappiamo meritare la posizione da noi raggiunta accompagnando nella loro crescita quanti ci seguono, elargendo a piene mani conoscenza, benevolenza e saggezza.
Non mi sono sentito compiaciuto dell’estemporanea manifestazione dell’amico nei miei confronti, ma in quel momento mi sono sentito soddisfatto per aver raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissato col mio interlocutore.

sabato 12 novembre 2011

La percezione del bello

Un profondo desiderio e forte rispetto per il bello sono stati sempre predominanti nella cultura e nei sentimenti umani, sia perchè il bello è piacevole per i sensi, sia per lo status symbol che ad esso viene associato. Sin dai tempi antichi, la bellezza è apparsa come una delle principali preoccupazioni e oggetto di discussioni filosofiche. Oggi l'estetica, che tradizionalmente può essere intesa come lo studio razionale del bello, è sempre più presente nei diversi campi della conoscenza umana. Certo, gli elementi per valutare la bellezza umana sono influenzati dalla cultura, dalla moda, dalle emozioni, dall'età e dalla storia individuale, ma le linee geometriche generali di un volto, che dano origine alla percezione della bellezza, possono essere universali, indipendenti da razza, religione, paese e cultura, essendo sensibili a istinti umani fondamentali e a preferenze innate. Indipendentemente dai settori scientifici, parlare di estetica, di bellezza e di bello ci porta sempre a parlare dei nostri sentimenti. Noi siamo più generosi con il bello piuttosto che col brutto, così come siamo più generosi verso tutti coloro che ci danno piacere, indipendentemente dall'intenzione. Questo avviene in maniera inconscia, essendo un fattore intrinseco nell'essere umano, anche come istinto, perchè bello quasi sempre significa sano e buono.

venerdì 11 novembre 2011

"Il grido del gabbiano"

"Ci vorrebbe un amico"… cantava Antonello Venditti, ma "in questo mondo di ladri"… ci vorrebbe una guardia per ogni italiano, per ognuno di noi!

Siamo geneticamente… “maleducati”!!!

E la colpa non è certo di Silvio Berlusconi!

Il premier italiano altro non è che la massima espressione del suo popolo: un popolo che, non dimentichiamolo mai, lo ha eletto a capo del governo per quasi un ventennio!!!

Un popolo che dalla caduta dell’Impero Romano non si è mai ripreso ed è rimasto sempre 'sotto botta' dello straniero!

Se lasciati soli e senza alcun controllo, con qualcuno che sappia prendere in mano le redini della situazione, siamo capaci di arrivare a toccare davvero il fondo, financo a dilapidare l’eredità dei nostri padri: l’Unità d’Italia, la Democrazia, la Libertà, il Welfare!

Siamo rimasti tutti col grembiulino, il fiocco e il cestino... eterni scolaretti che quando la maestra si assenta per un attimo dalla classe si scatenano e, poi, non appena rientra in aula… tutti allineati e coperti!

Una cosa è certa, non siamo un popolo in grado di governarci autonomamente!

Siamo un popolo ‘maleducato’, afflitto da un enorme debito:
economico, politico, etico.

Il nostro ‘deficit di educazione civica’ è ancor più schiacciante del 'debito sovrano'!!!

Per ognuno di noi servirebbe un carabiniere, un finanziere, un vigile urbano!

Ma noi siamo 60milioni, e loro, “le guardie” - imboscati a parte - appena qualche migliaio!

Se lasciati soli, senza controllo, siamo capaci di gettare le cartacce in terra, di passare col semaforo rosso, di non rilasciare lo scontrino, di saltare la fila alle Poste, di rubare il dentifricio al supermercato… ma se c’è 'la guardia', qualcuno che vigila e controlla, bè, allora, ci trasformiamo in agnellini!

Siamo un popolo che non è cresciuto abbastanza e che alla prima occasione si divide e cambia cavallo. Ognuno di noi si rinchiude nel proprio orticello, 'secessionando' dal più debole, dal perdente, confidando così di potersela cavare per conto proprio, magari saltando sul carro del prossimo vincitore!!!

E’ pur vero che la nostra è una democrazia ancora troppo giovane e per questo fragile - veniamo dalle dominazioni austriache, francesi, borboniche e a tutt’oggi lo Stato Pontificio, gli Stati Uniti d’America, l’Europa e tra non molto i cinesi, ci tengono in pugno - ma è altrettanto vero che come popolo non abbiamo mai ‘osato’ crescere.

Siamo il popolo dei 'furbetti del quartierino', degli 'amici di merende', sempre pronti a scaricare le nostre colpe sul politico di turno che, guarda caso, nessuno ammette di aver mai voluto, né mai votato: Mussolini prima, Craxi-Andreotti-Forlani poi, Berlusconi oggi! E domani?

Come l’ebreo errante, aspettiamo ancora il Messia, l’uomo della provvidenza, l'uomo forte che ci tolga dai guai!

Chissà se cresceremo mai!? Chissà se saremo abbastanza ‘popolo’ da restare uniti e liberi, senza essere… ‘commissariati’!?

(Anonimo)

mercoledì 2 novembre 2011

Non si fa nulla da soli!

Come tutti sappiamo da sempre, non si fa nulla da soli.
Io non sono diverso dagli altri, sicuramente sono tra quelli che tirano il carro ma dipendo molto da quelli che vivono con me ogni giorno. Ci sono alcuni, comunque, di quelli che ci attraversano la vita e la rendono intensamente più ricca, piena di colore e gusto, che hanno un posto di rilievo: alcuni in particolare sono importanti per la loro cultura, altri per lo sprone fornito e molti per l'esempio. In ogni caso si tratta di miei amici o di persone vicine, che spesso mi piace ricordare. L'amicizia è qualcosa di sublime. Indipendentemente dalla frequenza con cui ci vediamo e frequentiamo, gli amici vivono in qualche modo sempre con noi. L'affetto delle persone care, e il ricordo di quelle che ci sono state accanto, va al di là di ogni possibile valore numerico. E, quando li ricordiamo, per qualche motivo, ci sembra di essere pervasi da una sensazione di calore e benessere.
Non siamo nè più nè meno che la somma dei segni che ci sono stati lasciati da persone che hanno avuto o ancora hanno un ruolo nella nostra vita!