domenica 21 febbraio 2016

C'era una volta...


Molti di noi sono nati negli anni sessanta e settanta. A ben pensarci è difficile credere che siamo sopravvissuti bene fino ad oggi.
Da bambini andavamo in macchina senza cinture di sicurezza e senza airbag... E viaggiare nel cassone posteriore di un pick-up, in un pomeriggio torrido, era un regalo speciale.
I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari e bevevamo l'acqua dalla canna di un giardino, non da una bottiglia: che orrore!!!
Andavamo in bicicletta o in motorino senza usare un casco. Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo ": ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema.... noi da soli!!!!
Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.
Non esistevano i cellulari. Incredibile!!!
Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti, nessuno ne aveva la colpa. Ti ricordi degli incidenti? Pianti e poi risate...
Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevamo male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori sapessero mai.
Mangiavamo dolci in abbondanza, pane con moltissimo burro e marmellata, bevande piene di zucchero... ma nessuno di noi si preoccupava della poca genuinità o del proprio peso corporeo. Ci dividevamo una Fanta con altri quattro amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno si ammalò a causa dei germi. Ci sanguinavano le ginocchia ma continuavamo a correre, a inseguire e calciare un pallone.
Ci mancavano gli smartphone, la playstation, il Nintendo o altri videogiochi. Non avevamo TV satellitare, dvd, nè PC, tablet o internet, ma avevamo semplicemente degli amici. Non li ritrovavamo su Facebook o Twitter, ma uscivamo da casa e li andavamo a trovare. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo il campanello e passavamo pomeriggi interi insieme. Ci scambiavamo le figurine Panini o inventavamo passatempi.
Tutto questo da soli!!! Nel mondo freddo e crudele! Senza controllo! Col solo permesso per poter uscire di casa!! Ma come siamo sopravvissuti?!
Ci inventavamo dei giochi con bastoni o sassi, giocavamo con vermi e animaletti vari, e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi. 
Le nostre iniziative, tante, erano tutte nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro l'altro. L'idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo una regola neanche ci sfiorava: loro ti mettevano direttamente e anche duramente in castigo e nessuno li denunciava per questo. 
Non avevamo tutto e subito, ma dovevamo sudare le nostre piccole vittorie. E le nostre vite non sono state rovinate perché non abbiamo avuto tutto ciò che in un determinato momento desideravamo ardentemente.
Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e ottimi risolutori di problemi: negli ultimi anni infatti c'è stata una incredibile esplosione di innovazioni e nuove idee. Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli... spesso da soli.
Molti di noi siamo venuti avanti in questo modo è abbiamo avuto la fortuna di crescere prima che il progresso e la cosiddetta civiltà influenzassero le nostre vite, i nostri ragionamenti e la nostra educazione.
Questi erano quei tempi, oggi ce ne sono altri... e non per forza è detto che siano peggiori!!!

Tratto da "I miei appunti di vita..." di C.M.

venerdì 19 febbraio 2016

Essere liberi e positivi

Io mi sento nato libero, godo in ogni momento di questa consapevolezza, e penso con tristezza a quegli individui o popoli interi che sono costretti e privati di quel bene e diritto universale.
Credo molto nell'affermazione  che ognuno sia artefice del proprio destino, ma solo se ci riferisce ad un contesto normale, e non tutti nascono in un contesto normale.
In ogni caso credo che chi sta bene con se stesso, e vuole stare bene, ha tutte le carte in regola per poterci riuscire; chi invece si compiange e sta male, e non fa nulla per non nascondersi dietro le proprie sofferenze, anzi se ne crea delle altre fittizie, non fa altro che ingigantire i più piccoli problemi ed è l'artefice della sua "sorte sfortunata".
Fa bene ogni tanto meditare su chi è veramente sfortunato e fa di tutto per vivere felice.
È bello poter sognare di raggiungere il punto dove la terra trova il mare, e l'onda chiara spazza dal cuore tutti i pensieri e le malinconie.

Tratto da "I miei appunti di vita..." di C.M.