"Ma... Chi è quel ragazzino con la maglia numero quattro? Prendiamolo". Massimo Moratti, neo presidente dell' Inter se ne innamora subito, stregato da quel fenomeno che salta gli avversari in slalom: era un certo Javier Zanetti, arrivato in Italia, si narra, all'ombra di un certo Rambert, e il petroliere milanese ne fa il suo primo acquisto. Un treno su e giù per quella fascia, instancabile, generoso, un combattente nato. Imprendibile in progressione. Quel "ragazzino" sarebbe poi diventato un mito, una leggenda per il popolo nerazzurro...
Vent'anni fa il suo esordio in Serie A, il 27 Agosto 1995 per la precisione. Subito titolare a 22 anni e la maglia nerazzurra che diventa la sua vita e la sua storia. Da allora non ha più smesso di giocare negli undici iniziali: 858 presenze con l'Inter. Maglia numero 4, voto in pagella spesso 8, padrone della fascia destra, ma in grado di giocare anche a sinistra e da interno (rendimento assicurato). Soprattutto beniamino indiscusso dei tifosi interisti per 19 anni, e tutt'ora padrone assoluto dei cuori nerazzurri da vicepresidente.
Mascellone, gambe alla Rummenigge, mai una parola fuori posto. E poi l'incedere travolgente ma il piede educato, le caviglie che sembravano rotanti ma spesso la giocata semplice. Le scorribande, le sfuriate, le folate... insomma le azioni alla Zanetti, il " Trattore". Capitano sempre pettinato, interista totale. Se un infortunio non lo avesse frenato, probabilmente avrebbe giocato mille partite con la maglia dell'Inter. Ma qualche record lo ha fatto lo stesso...: giocatore interista con più presenze in assoluto, straniero con più presenze in Serie A, ma soprattutto capitano nerazzurro più vincente della storia con ben sedici trofei.
Ed io ero lì quella sera del 22 Maggio 2010 al Bernabeu quando alzò al cielo quella Coppa Campioni che ha consacrato lui e la "nostra" Inter.