martedì 2 aprile 2013

Il vento sta cambiando.

A quasi un mese dalla sua salita al soglio pontificio, Papa Francesco è già entrato nei cuori dei fedeli. Si è presentato nella maniera più semplice, così come ha sempre fatto nel corso di tutta la sua missione clericale. Ha scelto un nome significativo, ha predicato da subito pace ed umiltà. Si è volutamente distaccato dai fasti e dagli ori usuali, si è rivolto ai poveri ed ha ammonito i potenti. Sembra che lui stesso abbia risposto ai cardinali che gli porgevano insegne dorate: " No grazie, è finito il carnevale".
Si racconta che al conclave del 2005 era lui il "papabile", ma di fronte alla figura dell'allora decano fece egli stesso un passo indietro. Alla luce di quanto successo, sarebbe stato meglio che il passo indietro lo avesse fatto Benedetto, così come si è verificato a distanza di 8 anni. Forse la Chiesa ha perso questi 8 anni dopo il magnifico periodo di Wojtyla. Ma alla fine tutto è andato al proprio posto, Francesco diventa il vero successore di Giovanni Paolo II e toccherà a lui la proclamazione a Santo del Beato Karol Wojtyla.
La speranza è che questo vento nuovo spazzi via tutte le scorie politiche, sociali e religiose che hanno annebbiato l'umanità in questi ultimi periodi e che la Chiesa sotto la guida di Francesco possa essere riferimento e mettersi al servizio del prossimo, allontanandosi da quelle logiche di potere che Cristo combattè fino alla morte.

lunedì 17 settembre 2012

Chiuso per nausea



Cari amici,
molti di voi mi hanno rimproverato di aver trascurato da un pò di tempo a questa parte questo foglio stropicciato: in effetti spesso mi accingo ad aggiornarlo ma, nel mentre cerco di buttare giù qualche pensiero, mi ritrovo a bloccare le dita sulla tastiera ed a stringere i pugni, come se volessi ancor di più stropicciare la carta digitale.
I miei pensieri iniziano a girare vorticosamente, cercando l'argomento da trattare, ma non riesco a trovare qualcosa, che non sia di personale, che io riesca a tratteggiare con la dovuta calma ed obiettività.
Vorrei parlare del periodo nero che sta attraversando il nostro paese, ma non mi va di discutere di ciò che è stato fatto da una classe politica da annientare, di coloro che continuano a salvaguardarla, della spesa pubblica cui siamo chiamati a mantenere mentre loro si nascondono dietro il problema evasione, del sistema salva banche che ha affossato una intera economia... ma comincio a sudare freddo....
Vorrei parlare di valori sociali, di moralità, di buoni esempi... ma nel nel momento in cui rifletto, distrattamente seguo il telegiornale... e mi rendo conto di non riuscire a concentrarmi...
Penso alla città in cui vivo, e l'immagine che ne risulta è il disastro sociale, economico e strutturale che ci circonda.... si parla di 'ndrangheta, ma il problema è che chi ne parla è mille volte peggiore.... e passeggiando per le strade mi rendo conto che sono scomparsi anche i piccioni (si saranno mangiati anche quelli?), nel frattempo spopolano i topi....
Mi vengono in mente situazioni scandalose che riguardano la nostra sanità... neanche nel terzo mondo ormai succedono certe cose....
Passiamo al calcio? Magari aspettiamo qualche altro mese....
La Chiesa? Non ne parlo, ma scrive Vito Mancuso di "un'istituzione governata nel suo vertice da una logica che rispecchia proprio quel potere contro cui Gesù lottò fino ad essere ucciso"....
Nel frattempo mi sale la nausea... e chiudo!

martedì 22 maggio 2012

Favola (E.R.)

“E raccontano che lui si trasformò in albero, e che fu per scelta sua che si fermò, e stava lì a guardare la terra partorire fiori nuovi, così fu nido per conigli e colibrì, il vento gl'insegnò i sapori di di resina e di miele selvatico, e pioggia lo bagnò: la mia felicità - diceva dentro se stesso - ecco... ecco... l'ho trovata ora che, ora che sto bene e che ho tutto il tempo per me, non ho più bisogno di nessuno; ecco la bellezza della vita che cos'è, "ma un giorno passarono di lì due occhi di fanciulla, due occhi che avevano rubato al cielo un po' della sua vernice" e sentì tremar la sua radice; quanto smarrimento d'improvviso dentro sé, e allungò i suoi rami per toccarla, capì che la felicità non è mai la metà di un infinito; ora era insieme luna e sole, sasso e nuvola, era insieme riso e pianto o soltanto era un uomo che cominciava a vivere, ora era il canto che riempiva la sua grande immensa solitudine, era quella parte vera che ogni favola d'amore racchiude in sé per poterci credere.”( E.R. - Favola)

lunedì 16 aprile 2012

Passione Rossa...Diavel



Catturare tutti gli sguardi anche quando decidi di sparire in un istante. È la magia del Diavel.
Magica bellezza di un design sofisticato e innovativo.
Sorprendente seduzione di forme muscolari così agili e maneggevoli.
Stupore per 162 CV sempre sotto controllo dei tre Riding Mode e del Ducati Safety Pack (ABS + Ducati Traction Control).
Una magia che solo Ducati può creare.
Il Diavel è una vera Ducati, nata dalla passione per il motociclismo e progettata per offrire eccellenza sotto ogni punto di vista. L’assetto del Diavel comunica la sicurezza di chi è pronto a scattare, una fiducia nelle proprie capacità al limite della superbia. Con i radiatori laterali ad allargargli ulteriormente le spalle, una silhouette più affusolata man mano che si scende verso il motore ed il puntale con il radiatore dell’olio, l’atleta ha preso forma. L’impressionante pneumatico posteriore da 240mm è un esempio perfetto della filosofia senza compromessi seguita dagli ingegneri Ducati nello stilare l’elenco delle specifiche ideali della nuova moto. Questa larghezza della gomma rifletteva così efficacemente l’associazione tra potenza e stile, che il team di Ricerca e Sviluppo si è ripromesso di mantenerla nel progetto definitivo, pur prevedendo il vero e proprio terremoto che avrebbe scatenato nel settore. E’ la strategia Ducati in materia di innovazione: per Ducati, spostare il limite sempre più avanti e cambiare le regole di progettazione per migliorare sempre più il prodotto sono imperativi all’ordine del giorno.
Le tre modalità preimpostate – selezionabili dal blocchetto elettrico posto a sinistra anche durante la guida – sono state programmate per modificare con effetto immediato il ‘carattere’ del Diavel. Le tre modalità si attivano combinando diverse tecnologie di punta quali i sistemi Ride-by-Wire (RbW) e Ducati Traction Control (DTC).
Guidare in città implica lo spostamento dell'attenzione dal controllo dell'acceleratore all’ambiente circostante: la modalità Urban modifica dunque istantaneamente il carattere del Diavel, trasformandolo in un mezzo maneggevole che comunica sicurezza. Il Riding Mode Urban prevede una potenza di 100 cavalli ed un alto livello di controllo della trazione (DTC al livello 5), per muoversi sempre in completa sicurezza anche nel traffico più caotico.
Selezionando il Riding Mode Sport, si ottiene un Diavel in versione adrenalinica, spinto da una potenza da 162CV. Questa modalità offre al pilota pieno controllo sulla risposta all'apertura del gas per la massima accelerazione. A ciò si aggiunge un intervento ridotto del Ducati Traction Control (livello 3), ideale per piloti che vogliono avvicinarsi al limite e vivere al massimo l’esperienza del Testastretta 11°.
Per il Riding Mode Touring, Ducati ha previsto un’erogazione godibile, sempre da 162CV ma in configurazione da viaggio, con una coppia morbida e più fruibile. La trazione posteriore è affidata dal Ducati Traction Control che passa al livello 4, appositamente concepito per una guida stabile e rilassata, ideale per il massimo comfort di pilota e passeggero sulle lunghe percorrenze.
Il progetto Diavel è nato quando gli ingegneri Ducati hanno riempito un’area di disegno neutra con i ‘basic instinct’ di una moto, tratti dal loro personale elenco di requisiti ideali. Il principio che ha guidato la creazione della moto dei sogni è stato: ‘che cosa succederebbe se…?’. I progettisti hanno cominciato a tracciare linee nate dalla loro ispirazione, che hanno preso forma in una moto più ribassata e allungata. “La sfida insita nel creare una moto dal profilo più muscolare invece di un modello da competizione pura è stata vinta con determinazione e delicatezza: il risultato è un anteriore che suggerisce la potenza di un atleta pronto a scattare dai blocchi di partenza”, ha spiegato il team di designer Ducati responsabile del progetto. “Grazie alla ruota anteriore così vicina al corpo della moto e al codino breve tipico delle sportive, siamo riusciti ad associare alla grande fisicità del Diavel una ciclistica adeguata”.

mercoledì 21 dicembre 2011

Ci hanno sistemati per le Feste!

Raramente scrivo di politica, ma questa volta non si tratta di prendere posizioni dall'una parte contro l'altra parte, bensì difendere il nostro paese e il nostro popolo da politicanti e tecnici. Come in guerra, noi italiani siamo rimasti vittime del fuoco amico, sparato dai "tecnici", assecondati dai ladroni politici che ci hanno attirati nell'imboscata. Gli altri alleati di questa combriccola assassina sono capitanati dal nano capoccione di Parigi o dal culetto stretto tedesco, anche se la mano occulta che ci ha spinti allo scoperto ha il guanto a stelle e striscie. E così ci ritroviamo con una nazione ancora di più affossata, dove sono aumentate le tasse al posto di ridurre gli sprechi, ma il loro interesse era salvare la Casta!!!
Morale della favola: alla fine la nostra crescita sarà ampiamente negativa, si abbasserà la domanda di consumo sia di investimento, aumenterà a dismisura la disoccupazione; i rapporti tra cittadino e stato finiranno al macero, la pressione fiscale sarà intollerabile e per reazione aumenterà l'evasione; gongoleranno i vicini francesi per l'aumento del loro turismo marittimo, gli svizzeri perchè ingrasseremo la loro economia; l'inflazione schizzerà alle stelle, i circuiti bancari non sapranno più dove racimolare soldi; i grossi risparmiatori sceglieranno lidi lontani, i piccoli rimpingueranno il materasso per non esibire il collo alla scure del fisco, ma, soprattutto all'occhio del grande fratello; le libertà sono scese dall'attico al marciapiedi, ormai si vive nel terrore, manca solo che si istituisca la tassa sull'aria che si respira, ma soprattutto l'italiano non sopporterà più che lo Stato, dopo aver cacciato la mano nelle sue tasche, pretenda anche di sapere come viene speso ciò che ha dimenticato di rapinargli.
Aspettiamo con trepidazione il predicozzo che ci verrà impartito per le feste dal Colle, mano sul cuore e avvolti dal tricolore, che noi tutti d'ora in poi useremo come un sudario. Ma il Professore e i suoi colleghi hanno dimenticato il terzo principio della Dinamica che, ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria e che esistono conseguenze istintive alle azioni intenzionali: la saggezza che manca a questo governo è il non averne tenuto conto.
A tutto ciò ci hanno portato i ladroni della famosa Casta, che pur non mollando neanche una briciola del loro bottino hanno continuato a rubare anzichè fare il lavoro loro richiesto, cioè governare; il guaio è che non basta non lavorare o non governare, bisogna anche smettere di rubare ed impedire che il non governo abbandoni le briglie della spesa e porti il debito pubblico ai livelli di oggi: non ci resta che piangere, nella speranza che un giorno noi si sorrida e che a piangere siano i veri parassiti dell'Italia!

domenica 20 novembre 2011

Non si è grandi perchè ci si crede superiore agli altri...

Nell’ultimo periodo mi sono ritrovato dinanzi a tante situazioni, anche delicate, ed a doverle trattare con la dovuta attenzione, nei tempi e nei modi più corretti, risolvendole totalmente o in parte, alcune positivamente, altre negativamente, alcune con soddisfazione, altre con rammarico. Tutte mi hanno fatto riflettere molto, una che mi è rimasta impressa si è conclusa con una battuta gratificante di una persona a me vicina che mi disse ”sei un grande!”.
Mi sono soffermato molto su questa frase e sul concetto di grandezza soprattutto in relazione ai vari eventi ed alle varie vicessitudini recentemente vissute.
A tal proposito, vorrei ricordare, a me stesso per primo e poi a tutti coloro che sognano di essere grandi, che non ci si deve credere grandi per aver raggiunto chissà quale eccellente risultato in qualunque cosa ci si è coinvolti, ma sono coloro che ci circondano, che apprezzano o criticano il nostro operato, i soli accreditati a riconoscerci come tali, e questo basandosi principalmente sulle nostre qualità, sul lavoro, l'umiltà, la tolleranza ed il senso di dovere che ci contraddistinguono singolarmente.
Si è grandi non perché si sia superiori agli altri, ma perché si è in grado di aiutarli, guidarli, volergli bene e stargli vicino.
Si è grandi se sappiamo meritare la posizione da noi raggiunta accompagnando nella loro crescita quanti ci seguono, elargendo a piene mani conoscenza, benevolenza e saggezza.
Non mi sono sentito compiaciuto dell’estemporanea manifestazione dell’amico nei miei confronti, ma in quel momento mi sono sentito soddisfatto per aver raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissato col mio interlocutore.

sabato 12 novembre 2011

La percezione del bello

Un profondo desiderio e forte rispetto per il bello sono stati sempre predominanti nella cultura e nei sentimenti umani, sia perchè il bello è piacevole per i sensi, sia per lo status symbol che ad esso viene associato. Sin dai tempi antichi, la bellezza è apparsa come una delle principali preoccupazioni e oggetto di discussioni filosofiche. Oggi l'estetica, che tradizionalmente può essere intesa come lo studio razionale del bello, è sempre più presente nei diversi campi della conoscenza umana. Certo, gli elementi per valutare la bellezza umana sono influenzati dalla cultura, dalla moda, dalle emozioni, dall'età e dalla storia individuale, ma le linee geometriche generali di un volto, che dano origine alla percezione della bellezza, possono essere universali, indipendenti da razza, religione, paese e cultura, essendo sensibili a istinti umani fondamentali e a preferenze innate. Indipendentemente dai settori scientifici, parlare di estetica, di bellezza e di bello ci porta sempre a parlare dei nostri sentimenti. Noi siamo più generosi con il bello piuttosto che col brutto, così come siamo più generosi verso tutti coloro che ci danno piacere, indipendentemente dall'intenzione. Questo avviene in maniera inconscia, essendo un fattore intrinseco nell'essere umano, anche come istinto, perchè bello quasi sempre significa sano e buono.