mercoledì 1 maggio 2013

Vittime di una politica nauseabonda!

La situazione socio-economica in cui siamo coinvolti ha principalmente una causa, il vero male della nostra società: la politica ed i suoi infimi attori. Più delle varie mafie, 'ndranghete e camorre, fenomeni degenerativi bene o male perseguiti o perlomeno perseguibili, la politica di oggi è la vera mafia in giacca e cravatta, criminali senza scrupoli, ladri della cosa pubblica, arrogantemente impuniti, addirittura protetti e scortati dalle forze istituzionali di uno Stato allo sbando, in balia del proprio cancro che silenziosamente e velocemente lo divora dal suo interno.
Non esistono più i Politici di una volta, quasi sempre personaggi di alto livello culturale e sociale, impegnati professionalmente, gente dedicata alla causa, travolta da passione, che sacrificava affetti e denaro propri per portare avanti le proprie idee, martiri ed eroi che hanno perso la vita per i propri ideali, che si identificavano in una corrente per un foglio programmatico, forze contrapposte tra loro ma tendenti unicamente al bene collettivo.
Adesso la Casta pensa solamente ai propri interessi personali, a non rinunciare ad alcun beneficio che gli si può presentare, a praticare l'abuso come se fosse dovuto, ad amministrare la cosa pubblica come se fosse un loro bene privato incuranti del futuro dello stesso e delle generazioni che ne dovranno usufruire: siamo infestati da ignoranti nulla facenti, travestiti da politicanti di mestiere, a volte privi finanche di una istruzione basilare, quasi sempre contigui ad ambienti criminali con i quali praticano il voto di scambio.
Ed in questo contesto appena descritto, come possiamo sperare che il nostro Paese possa dare un futuro ai propri figli? Già adesso la povera gente si ritrova a disperare, ogni giorno si legge di un suicidio dettato da problematiche socio-economiche, la disoccupazione ha toccato livelli mai visti prima, i servizi dall'istruzione alla sanità sono ormai decadenti o addirittura scomparsi.
E non dobbiamo sorprenderci se proprio nel momento in cui Enrico Letta prestava il giuramento in Quirinale per formare il tanto sospirato governo, un uomo disperato (e non psicolabile) che non riusciva più a mantenere il figlio ha cominciato a sparare su poveri carabinieri, anch'essi vittime di questa politica nauseabonda: comportandosi da farmaco chemioterapeutico avrebbe voluto colpire qualche politico, artefice della situazione che noi tutti stiamo vivendo, ed a farne le spese sono stati due innocenti che lo Stato paga per proteggere il suo cancro! Riusciremo mai a trovare una terapia mirata per salvare la nostra paziente nazione?

martedì 23 aprile 2013

Il mandorlo in fiore!

È da poco trascorso quel momento particolare che è caratterizzato dalla fioritura del mandorlo: ho sempre avuto un debole per questo fenomeno della natura, uno dei più comuni tra i tanti simboli della Primavera. Pianta fausta per eccellenza, la ritroviamo anche nelle Sacre Scritture: dagli Ebrei viene infatti considerata promessa di vita. In uno dei periodi più felici dell'anno in cui il tepore delle giornate ci avvolge, la luce risplende forte sui colori vivi dei prati fioriti, e su tutti il bianco del mandorlo: ogni progetto diviene realizzabile e i sogni non sembrano poi così lontani.
È il tempo dell'equinozio, in cui il Sole lascia i Pesci per entrare nell'Ariete, è la Primavera, stagione di giorni luminosi, d'incanto e di attese. Il mandorlo dunque assurge a simbolo positivo, ed ancora di più lo è il suo frutto che allude all'interiorità nascosta dall'esteriorità: rompere il guscio della mandorla significa allegoricamente giungere al termine del cammino che conduce a scoprire il tesoro invisibile che è in noi. Alla prossima fioritura!

domenica 7 aprile 2013

"Kairós parole e speranze" Poesie di Pietro Sgrò

Questa mattina nella sala "G. Levato" del Consiglio Regionale a Reggio Calabria è stato presentato il libro di poesie dell'amico Pietro Sgrò.
Tra le note di uno strumento a fiato ed i suoi versi recitati, si è tracciato il profilo del poeta e i temi della sua opera intitolata "Kairós", divinità dell'attimo fuggente, impregnata di quella cultura grecanica che caratterizza le sue origini.
Qualche anno addietro egli mi fece dono della poesia "Il sacro viandante", dedicata al defunto Pontefice Giovanni Paolo II, che qui di seguito desidero condividere con tutti voi, certo del gradimento anche dello stesso autore.


IL SACRO VIANDANTE

Portandoti in grembo tua madre sognava
il piccolo fiore del proprio amore;
nascesti, già bello e biondino,
con dentro insito il dono divino.

Per la tua terra, che amasti col cuore,
tra guerra, persecuzione e dolore,
scegliesti subito il perdono e la via del del Signore.

Dal freddo Nord al Cupolone
intraprendesti la tua missione,
baciando il suolo delle nazioni,
visitando popolazioni;
e, tra ricchezza povertà,
ridasti a tutti pace, amore e libertà.

Orde di giovani seguiron il tuo cammino,
sentendosi dentro quel dono divino;
e, anche colui che sparò senza pietà
pose il suo capo dinnanzi alla tua santità.

La tua fede, vestita di bianco,
non si fermò al Muro del Pianto;
e, nonostante la malattia,
pregasti sempre per la salvezza mia.

Adesso, che brezza di Roma ti accompagna in sacrato,
sventolando bandiere e sermoni di Stato,
riposa sereno in larice bianco,
come la tua vita vissuta d'incanto.

Il popolo piange al tuo sorriso,
mentre tu sei già in Paradiso;
lasciando in terra uno spirito di pace
ritorna tra le braccia della divina Madre.

(Pietro Sgrò)

martedì 2 aprile 2013

Il vento sta cambiando.

A quasi un mese dalla sua salita al soglio pontificio, Papa Francesco è già entrato nei cuori dei fedeli. Si è presentato nella maniera più semplice, così come ha sempre fatto nel corso di tutta la sua missione clericale. Ha scelto un nome significativo, ha predicato da subito pace ed umiltà. Si è volutamente distaccato dai fasti e dagli ori usuali, si è rivolto ai poveri ed ha ammonito i potenti. Sembra che lui stesso abbia risposto ai cardinali che gli porgevano insegne dorate: " No grazie, è finito il carnevale".
Si racconta che al conclave del 2005 era lui il "papabile", ma di fronte alla figura dell'allora decano fece egli stesso un passo indietro. Alla luce di quanto successo, sarebbe stato meglio che il passo indietro lo avesse fatto Benedetto, così come si è verificato a distanza di 8 anni. Forse la Chiesa ha perso questi 8 anni dopo il magnifico periodo di Wojtyla. Ma alla fine tutto è andato al proprio posto, Francesco diventa il vero successore di Giovanni Paolo II e toccherà a lui la proclamazione a Santo del Beato Karol Wojtyla.
La speranza è che questo vento nuovo spazzi via tutte le scorie politiche, sociali e religiose che hanno annebbiato l'umanità in questi ultimi periodi e che la Chiesa sotto la guida di Francesco possa essere riferimento e mettersi al servizio del prossimo, allontanandosi da quelle logiche di potere che Cristo combattè fino alla morte.

lunedì 17 settembre 2012

Chiuso per nausea



Cari amici,
molti di voi mi hanno rimproverato di aver trascurato da un pò di tempo a questa parte questo foglio stropicciato: in effetti spesso mi accingo ad aggiornarlo ma, nel mentre cerco di buttare giù qualche pensiero, mi ritrovo a bloccare le dita sulla tastiera ed a stringere i pugni, come se volessi ancor di più stropicciare la carta digitale.
I miei pensieri iniziano a girare vorticosamente, cercando l'argomento da trattare, ma non riesco a trovare qualcosa, che non sia di personale, che io riesca a tratteggiare con la dovuta calma ed obiettività.
Vorrei parlare del periodo nero che sta attraversando il nostro paese, ma non mi va di discutere di ciò che è stato fatto da una classe politica da annientare, di coloro che continuano a salvaguardarla, della spesa pubblica cui siamo chiamati a mantenere mentre loro si nascondono dietro il problema evasione, del sistema salva banche che ha affossato una intera economia... ma comincio a sudare freddo....
Vorrei parlare di valori sociali, di moralità, di buoni esempi... ma nel nel momento in cui rifletto, distrattamente seguo il telegiornale... e mi rendo conto di non riuscire a concentrarmi...
Penso alla città in cui vivo, e l'immagine che ne risulta è il disastro sociale, economico e strutturale che ci circonda.... si parla di 'ndrangheta, ma il problema è che chi ne parla è mille volte peggiore.... e passeggiando per le strade mi rendo conto che sono scomparsi anche i piccioni (si saranno mangiati anche quelli?), nel frattempo spopolano i topi....
Mi vengono in mente situazioni scandalose che riguardano la nostra sanità... neanche nel terzo mondo ormai succedono certe cose....
Passiamo al calcio? Magari aspettiamo qualche altro mese....
La Chiesa? Non ne parlo, ma scrive Vito Mancuso di "un'istituzione governata nel suo vertice da una logica che rispecchia proprio quel potere contro cui Gesù lottò fino ad essere ucciso"....
Nel frattempo mi sale la nausea... e chiudo!

martedì 22 maggio 2012

Favola (E.R.)

“E raccontano che lui si trasformò in albero, e che fu per scelta sua che si fermò, e stava lì a guardare la terra partorire fiori nuovi, così fu nido per conigli e colibrì, il vento gl'insegnò i sapori di di resina e di miele selvatico, e pioggia lo bagnò: la mia felicità - diceva dentro se stesso - ecco... ecco... l'ho trovata ora che, ora che sto bene e che ho tutto il tempo per me, non ho più bisogno di nessuno; ecco la bellezza della vita che cos'è, "ma un giorno passarono di lì due occhi di fanciulla, due occhi che avevano rubato al cielo un po' della sua vernice" e sentì tremar la sua radice; quanto smarrimento d'improvviso dentro sé, e allungò i suoi rami per toccarla, capì che la felicità non è mai la metà di un infinito; ora era insieme luna e sole, sasso e nuvola, era insieme riso e pianto o soltanto era un uomo che cominciava a vivere, ora era il canto che riempiva la sua grande immensa solitudine, era quella parte vera che ogni favola d'amore racchiude in sé per poterci credere.”( E.R. - Favola)

lunedì 16 aprile 2012

Passione Rossa...Diavel



Catturare tutti gli sguardi anche quando decidi di sparire in un istante. È la magia del Diavel.
Magica bellezza di un design sofisticato e innovativo.
Sorprendente seduzione di forme muscolari così agili e maneggevoli.
Stupore per 162 CV sempre sotto controllo dei tre Riding Mode e del Ducati Safety Pack (ABS + Ducati Traction Control).
Una magia che solo Ducati può creare.
Il Diavel è una vera Ducati, nata dalla passione per il motociclismo e progettata per offrire eccellenza sotto ogni punto di vista. L’assetto del Diavel comunica la sicurezza di chi è pronto a scattare, una fiducia nelle proprie capacità al limite della superbia. Con i radiatori laterali ad allargargli ulteriormente le spalle, una silhouette più affusolata man mano che si scende verso il motore ed il puntale con il radiatore dell’olio, l’atleta ha preso forma. L’impressionante pneumatico posteriore da 240mm è un esempio perfetto della filosofia senza compromessi seguita dagli ingegneri Ducati nello stilare l’elenco delle specifiche ideali della nuova moto. Questa larghezza della gomma rifletteva così efficacemente l’associazione tra potenza e stile, che il team di Ricerca e Sviluppo si è ripromesso di mantenerla nel progetto definitivo, pur prevedendo il vero e proprio terremoto che avrebbe scatenato nel settore. E’ la strategia Ducati in materia di innovazione: per Ducati, spostare il limite sempre più avanti e cambiare le regole di progettazione per migliorare sempre più il prodotto sono imperativi all’ordine del giorno.
Le tre modalità preimpostate – selezionabili dal blocchetto elettrico posto a sinistra anche durante la guida – sono state programmate per modificare con effetto immediato il ‘carattere’ del Diavel. Le tre modalità si attivano combinando diverse tecnologie di punta quali i sistemi Ride-by-Wire (RbW) e Ducati Traction Control (DTC).
Guidare in città implica lo spostamento dell'attenzione dal controllo dell'acceleratore all’ambiente circostante: la modalità Urban modifica dunque istantaneamente il carattere del Diavel, trasformandolo in un mezzo maneggevole che comunica sicurezza. Il Riding Mode Urban prevede una potenza di 100 cavalli ed un alto livello di controllo della trazione (DTC al livello 5), per muoversi sempre in completa sicurezza anche nel traffico più caotico.
Selezionando il Riding Mode Sport, si ottiene un Diavel in versione adrenalinica, spinto da una potenza da 162CV. Questa modalità offre al pilota pieno controllo sulla risposta all'apertura del gas per la massima accelerazione. A ciò si aggiunge un intervento ridotto del Ducati Traction Control (livello 3), ideale per piloti che vogliono avvicinarsi al limite e vivere al massimo l’esperienza del Testastretta 11°.
Per il Riding Mode Touring, Ducati ha previsto un’erogazione godibile, sempre da 162CV ma in configurazione da viaggio, con una coppia morbida e più fruibile. La trazione posteriore è affidata dal Ducati Traction Control che passa al livello 4, appositamente concepito per una guida stabile e rilassata, ideale per il massimo comfort di pilota e passeggero sulle lunghe percorrenze.
Il progetto Diavel è nato quando gli ingegneri Ducati hanno riempito un’area di disegno neutra con i ‘basic instinct’ di una moto, tratti dal loro personale elenco di requisiti ideali. Il principio che ha guidato la creazione della moto dei sogni è stato: ‘che cosa succederebbe se…?’. I progettisti hanno cominciato a tracciare linee nate dalla loro ispirazione, che hanno preso forma in una moto più ribassata e allungata. “La sfida insita nel creare una moto dal profilo più muscolare invece di un modello da competizione pura è stata vinta con determinazione e delicatezza: il risultato è un anteriore che suggerisce la potenza di un atleta pronto a scattare dai blocchi di partenza”, ha spiegato il team di designer Ducati responsabile del progetto. “Grazie alla ruota anteriore così vicina al corpo della moto e al codino breve tipico delle sportive, siamo riusciti ad associare alla grande fisicità del Diavel una ciclistica adeguata”.