domenica 7 settembre 2014

L'apocrifo di Giovanni

Dopo il post sullo gnosticismo di qualche tempo fa, le argomentazioni continuano con la trattazione dei famosi testi gnostici, in particolare l'apocrifo di Giovanni.

Sotto il termine “gnostico” si raggruppa un insieme di varie opere eretiche che, per un determinato periodo in tempi remoti, contaminarono la vera chiesa e furono messe al bando. La definizione generica di “gnosticismo cristiano” è in genere estesa a indicare un ventaglio di testi non facenti capo a un’unica scuola di pensiero. Alcune opere sono bizzarre fino all’estremo intrise di racconti come quello di un Gesù ragazzo che, infiammato di collera, prima uccide dei fanciulli e poi riporta in vita alcune delle sue vittime. Altre contengono semplici e diretti messaggi filosofici attribuiti al Cristo.

In realtà si tratta di convinzioni che si differenziano spesso tra le varie sette, in diverse sfumature. Tuttavia è possibile tracciare alcune linee guida del pensiero gnostico, generalmente accettate. La dottrina, secondo gli gnostici, venne rivelata direttamente da Cristo ad una ristretta cerchia di iniziati, escludendo così la gerarchia della Chiesa. Inoltre essa doveva giungere attraverso esperienze personali e non attraverso lo studio dei testi canonici.

La conoscenza della dottrine gnostiche si è basata fino al 1945, quasi esclusivamente sulle citazioni, spesso incomplete e parziali, degli scrittori cristiani, che ne scrivevano con l'intenzione di confutarle. Si trattava dunque di una conoscenza molto limitata ed incerta del pensiero gnostico originale, poiché essi tendevano a confondere le comunità da cui tale pensiero nasceva ed i loro maestri. La fondamentale scoperta dei manoscritti di Nag Hammadi ha consentito finalmente l'accesso alle fonti originali del pensiero gnostico. Esistono infine raccolte di frammenti (principalmente quelli provenienti da Ossirinco in Egitto) che contengono altri testi, che per la loro natura sono spesso incompleti. Hanno tuttavia trovato grande utilità nel raffronto con gli scritti di Nag Hammadi, una raccolta di vangeli e testi gnostici non inclusi nella Bibbia: il Libro del Grande Spirito Invisibile (il Vangelo degli Egiziani), il Vangelo della Verità, il Vangelo di Filippo, il Vangelo di Tommaso, l’Apocrifo di Giovanni, il Libro Segreto di Giacomo, l’Apocalisse di Paolo, l’Apocalisse di Pietro, la Lettera di Pietro a Filippo.

Il cristianesimo nei primi secoli è minacciato dallo gnosticismo tanto dall’esterno, cioè da movimenti che si pongono dichiaratamente in posizione alternativa a esso, quanto dall’interno, da gruppi che cercavano d’infiltrarsi in ambienti cristiani rifacendosi talvolta a scritti, come i vangeli apocrifi — cioè non riconosciuti nella Chiesa come ispirati —, ritenuti più autorevoli dei vangeli canonici: questi ultimi raccoglierebbero gl’insegnamenti di Gesù alle masse e avrebbero un carattere essoterico, mentre testi come La Sofia di Gesù Cristo o l’Apocrifo di Giovanni conterrebbero una dottrina rivelata da Gesù ad alcuni apostoli o a discepoli e destinata solo a pochi adepti.

L'apocrifo di Giovanni ci è pervenuto nella sua interezza solo recentemente proprio grazie al ritrovamento nel 1945 dei manoscritti di Nag Hammadi, tra cui era presente anche questo documento di cui precedentemente si conoscevano solo pochi frammenti. Anche questo testo lo si suole ricondurre ai movimenti del cristianesimo gnostico. Talvolta ci si riferisce a questo testo con la traduzione letterale di "apocrifo": "Libro segreto di Giovanni" o anche "La dottrina segreta di Giovanni", titoli che rimandano comunque ad un fatto abbastanza comprensibile e cioè al fatto che non essendo tutti i discepoli di Giovanni allo stesso livello di consapevolezza, questi abbia riservato un insegnamento più profondo a quelli tra loro che si avvicinavano di più al suo livello di consapevolezza e questo anche probabilmente per evitare equivoci, fraintendimenti o facili critiche inutili da chi non faceva parte degli intimi della sua cerchia i quali sarebbero riusciti a conoscere comunque questo suo insegnamento se fosse stato svolto pubblicamente.

Parimenti si riferisce anche ad un dato di fatto, almeno se si vuole prestare fede ad alcuni documenti dei primi secoli del cristianesimo, e cioè che lo stesso rabbi Ieoshuà di Nazareth oltre ad aver impartito un insegnamento essoterico, pubblico e più elementare, abbia anche impartito un insegnamento esoterico a quei pochi a lui più vicini. Un insegnamento molto più complesso e profondo che soltanto chi era appunto molto avanzato nell'apprendimento avrebbe potuto afferrare nel suo vero significato e non fraintendere. Da quì è probabile che nasce la voce secondo la quale "la Grande Chiesa" sì che diffonde ai molti nel mondo il messaggio del maestro delle scritture Gesù, ma questo insegnamento è molto più grossolano di quello che viene insegnato e tramandato tra quei pochi che direttamente da lui hanno ricevuto i suoi insegnamenti segreti.

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