sabato 21 settembre 2013

Lo gnosticismo

Lo gnosticismo è un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe nel II e III secolo dell'era cristiana. Ancora non è completamente chiaro se la nascita dello gnosticismo affondi le sue radici in correnti filosofiche pre-cristiane, tuttavia sembra accertato che esso abbia tratto il suo maggior impulso dalla speculazione mistica diffusa negli ambienti ebraici del I secolo d.c. o le dottrine dualistiche di derivazione zoroastriana persiana. Non mancano, inoltre, influenze derivate dalla metafisica platonica, da elementi delle varie religioni misteriche, dalle correnti magico-astrologiche dell’Oriente, dall’ermetismo, dalla Qabbalah, dal giudaismo alessandrino e dalle filosofie ellenistiche. Ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d'Egitto e Roma, tra il I e il IV secolo d.c.. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνσις), "conoscenza", e si riferisce all'idea di una conoscenza segreta del divino (conoscenza esoterica) che soltanto pochi iniziati possiedono. L’etimo della parola è il vocabolo greco gnosis, che indica la conoscenza o la comprensione in senso non scientifico ma spirituale, un po’ come l’illuminazione conseguita dai buddisti attraverso la contemplazione di sé e una condizione di empatia con la realtà circostante. Per lo gnostico il cammino che porta a Dio passa attraverso la consapevolezza del proprio sé e la comprensione della natura e delle scienze naturali. La gnosis è un atteggiamento esistenziale che coinvolge totalmente la vita dell’individuo. Questi, attraverso un processo intuitivo, giunge alla conoscenza di sé, dell’origine dell’uomo e del mondo: questa conoscenza gli consente la salvezza personale dal mondo della materia, che è il male da cui redimersi.

Gli gnostici non aderirono completamente ai Vangeli canonici, dai quali divergono in modo radicale su alcuni punti salienti. La Resurrezione del Cristo non è da intendersi, a loro avviso, in modo letterale, ma in modo simbolico, ossia come l’incontro sul piano spirituale del Salvatore con i suoi discepoli. La resurrezione della carne sarebbe, a loro avviso, non solo una ingenuità ma una vera e propria eresia.

Ma non era solo questo a far sì che gli gnostici fossero apertamente combattuti dal cristianesimo. Nel III e IV secolo la Chiesa istituzionale stava facendo opera di epurazione dei testi non riconosciuti come ortodossi, affermando uno dei dogmi su cui si regge l’intera istituzione: la strada che conduce l’uomo a Dio è molto difficile e solo la Chiesa è in grado di tracciarla interpretando in modo esatto la parola del Dio Creatore.

Alcuni cristiani gnostici erano di tutt’altro avviso; alcuni erano arrivati a ritenere che si potesse affermare che l’umanità stessa aveva creato Dio, da cui ne derivava che le potenzialità interiori di ogni uomo, erano in grado di giungere alla verità. Lo gnostico Valentino intendeva per Anthropos (il primo Padre del Tutto) la sostanza spirituale dell’essere umano, ecco perchè secondo lui il Salvatore si definì "Figlio di Uomo" e lo stesso linguaggio religioso sarebbe la creazione umana del mondo divino.

Per lo gnostico la ricerca religiosa era tutt'uno con l'esplorazione della psiche, per questo egli non poteva che rifiutare qualsiasi istituzione religiosa che, con i suoi dogmi, ostacolava la ricerca stessa. Altro punto di controversia con il cattolicesimo era il peccato quale fonte di dolore: per lo gnostico la sofferenza è l’ignoranza in cui l’uomo vive e che lo pone in uno stato di oblio, di inconscienza che porta anche una forma di auto-distruzione. Il "lume della mente" sarà ciò che porta alla salvezza perchè ognuno riceverà "il proprio nome" intendendo con ciò la vera identità. 
Il Regno di Dio per gli gnostici non è da intendere in termini letterali come se fosse un luogo specifico "...ma il Regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre vivente", chi raggiunge la gnosi "non è più un cristiano, ma un Cristo." Pur non essendo rintracciabile una precisa disciplina per poter giungere a sé e quindi alla Verità, ciò che sembra essere fondamentale per lo gnostico è allontanarsi dalla vita "materiale", dai desideri fisici, percorrendo pratiche ascetiche, è comunque un percorso privato in cui l’illuminato si rallegra di essersi liberato dalle costrizioni esterne inerenti alla materia. 
Questa contrapposizione radicale nei confronti del mondo racchiude una interpretazione che differisce da quella ortodossa che vede nel Cristo la guida "verso la pienezza di Dio" discesa nell’esperienza umana attraverso il corpo che diventa perciò sacro. L’umanità è, secondo gli gnostici, divisa in tre categorie: i "somatici" o "ilici" che sono dominati dalla materia; gli psichici che racchiudono un’anima vagamente ricettiva per una eventuale attrazione dall’alto e infine gli "spirituali" o "pneumatici" (gli gnostici); da questa concezione ne deriva che la salvezza dell'uomo è una questione strettamente privata in cui il rapporto tra gli uomini perde rilevanza ed è solo riservata ad una élite predestinata. Tuttavia se i limiti possono essere rintracciati in questi atteggiamenti manichei e individualisti, la gnosi presenta spunti di riflessione proprio a partire dall’accento che essa pone sulla ricerca spirituale dell'individuo e sull'impossibilità di delega ad autorità esterne di tale compito; principio che è alla base della moderna psicoanalisi evolutiva.

(sullo stesso argomento prossimamente L'Apocrifo di Giovanni)

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